Conosco Velia curiosamente e casualmente e la prima cosa che mi ha colpito nel suo viso è la trasparenza di una donna che adora la sua professione. Velia Littera classe 1964 da 10 anni è curatrice della galleria d’arte Pavart, creata a Trastevere nel 2010 a Via de Genovesi (nei pressi dell’antico porto commerciale) è che da circa 2 anni (fortunati noi), si è trasferita in Via Dezza, nel quartiere di Monteverde Vecchio, dando a questo sonnacchioso rione uno spunto di emozione, classe e cultura, terribilmente apprezzato dai più.

La conoscenza tra Velia e Stefano Trappolini risale al 2010, quando sono stati presentati l’uno all’altra da un altro grande artista, Alberto Timossi, e da lì a fronte di un rapporto di forte stima e complicità artistica hanno realizzato nel 2011 la personale di S. Trappolini PASSI-Partout, con l’aiuto del Prof. Canciani, docente di Architettura all’Università Roma 3. È stata la prima volta in assoluto che Trappolini metteva in mostra le sue celebri SAGOME e in 10 anni hanno fatto di lui un esempio di architettura pittorica contemporanea diventa un leit motiv della sua arte.

Stefano Trappolini, classe 1964 si è diplomato a Roma all’Accademia delle Belle Arti nel 1990, sessione pittura. La costante della pittura dell’artista è la pedissequa ricerca del simbolo e del simbolismo, principalmente umano. Nel senso che ciascuno è simbolico, unico, uguale a sè stesso ma allo stesso tempo supereroe. Ciascuno di noi lo è; la scelta di Superman è indicativa di un personaggio che è di per se un eroe e la maschera è la vita quotidiana, mentre solitamente per noi “umani” è il contrario, ossia si è supereroi per situazioni o persone, spesso inconsapevolmente. Nello studio dell’intera opera del maestro si evidenzia che il suo simbolo si presta nella natura di mostrare l’impegno primordiale. Trappolini racconta la sua ricerca manifestando ardore e dolore insieme di chi è pronto a rivoluzionare e rivoluzionarsi, nell’utopia di aver raggiunto il simbolo seppure per un solo istante.


Altro elemento fondamentale è lo studio e l’uso di luci forti tra giallo e arancione, che soprattutto in questa esposizione la fanno da padrone e consentono alle sagome in movimento di stagliarsi forti e nette agli occhi di chi ne rimane attratto. Con l’obiettivo di “guardare dentro”.

Oltre a essere un grande pittore, Stefano Trappolini è un grande conversatore, curioso di incontrare nuove persone o “supereroi”, come è solito definirli. Ciò ha arricchito la sua produzione anche di diversi schizzi che realizza con abilità e rapidità andando in giro, nella quotidianità, specialmente in Germania, Paese a cui è molto legato.


Ritornando alle tele cariche di colori, in esse trasmette, attraverso le sagome che le popolano, emozioni di energia irrefrenabile.
“Questa mostra è dedicata a tutte le persone del mondo, perché ognuno di noi ha il proprio superpotere, basta cercarlo…” La scelta di aprire l’anno 2020 con Stefano Trappolini non è casuale, la galleria Pavart, infatti, festeggia il 10° anniversario di attività con l’inaugurazione di una sua mostra personale. Le dieci opere inedite in mostra, oltre ai numerosi schizzi realizzati dall’artista “on the road”, osservando il prescelto di turno, sono un omaggio all’individuo in quanto “essere speciale”. Per l’occasione è stato realizzato un catalogo con testo critico di Romina Guidelli.