di Riccardo Acerbi a cura di Velia Littera
Le statue marmoree disposte a corona intorno allo stadio dei Marmi si sono lasciate ritrarre silenziosamente da Riccardo Acerbi, lo hanno costretto a muoversi, a camminargli intorno per trovare la giusta inquadratura e, in un certo senso, lo stesso fotografo si è messo in posa davanti ad esse per ispirarsi e riuscire a produrre una serie di fotografie significative e contemporanee.
In mostra alla galleria Pavart 13 fotografie stampate in fineart in bianco e nero per non farsi distrarre dal contenuto ma per rafforzare il senso e la comunicatività dell’immagine. Le fotografie in esposizione sono dei fermi immagine di corpi maschili che emergono grazie ai passaggi di chiaro scuro e i toni del grigio, la tridimensionalità diventa più evidente e le forme si fanno più pure. La perfezione dei tratti dei corpi atletici sembrano silhouette divine rivolte verso l’infinito per invocare dei superpoteri immaginari. L’autore delle foto ha pensato in bianco e nero ancor prima dello scatto e la scelta dei soggetti, della luce e della composizione è stata fatta in funzione di una rappresentazione fotografica composta da toni monocromatici.
Il titolo della mostra è anch’esso un’indicazione importante del significato della mostra, il fotografo ha voluto indicarci quanto, alla fine, sia importante amarsi per riuscire ad amare il prossimo. Amarsi vuol dire curarsi, per curare gli altri e soprattutto amarsi per amare a sua volta.
E come afferma l’autore: “Non potendo dare idea di un racconto, che di solito è l'obiettivo delle mie foto, la luce, le ombre e la materia mi hanno aiutato a sottolineare l’importanza di ritrovare la forza in noi stessi”
Attore, regista, fotografo, Riccardo Acerbi nasce nel 1962 ed è una persona molto attenta ai temi legati alla salvaguardia ambientale, amante del mare e grande sportivo.
Comments