Oltre il Visibile
- Velia Littera
- 8 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Le Eolie tra luce e silenzio | Racconto fotografico di Prisca Tozzi
Nel cuore del Tirreno, dove il vento canta canzoni antiche e le onde accarezzano coste di lava e sale, sorgono le Isole Eolie. Sette sorelle scolpite dal fuoco e bagnate dalla luce, ognuna con il proprio respiro, la propria voce, il proprio silenzio. Le fotografie di Prisca Tozzi non sono semplici immagini, sono sguardi poetici, frammenti di un tempo sospeso che ci invitano a contemplare e a custodire. Attraverso i suoi scatti, la bellezza dell’arcipelago si fa racconto intimo, memoria viva, promessa da difendere.

Una porta bianca incorniciata da pietra scura si staglia sotto un cielo limpido, in una composizione di architetture silenziose e linee essenziali. Qui il bianco delle case non è solo estetica, è respiro, è cultura. I muri riflettono il sole ma anche una filosofia dell’abitare, fatta di rispetto, equilibrio e sobrietà. Un fico d’India spunta discreto come una firma naturale, testimone di una convivenza armoniosa tra l’uomo e il paesaggio. La luce non è solo un elemento fotografico, è una carezza che accende la memoria e ci ricorda che ogni costruzione è parte di un ecosistema fragile e sacro.

Più in là, il mare si stende in un tramonto rosa che sfuma ogni confine. L’acqua diventa seta, il cielo si dissolve nei suoi stessi riflessi. Una piccola barca solca la superficie calma, lasciandosi dietro un filo d’inchiostro che scrive storie di ritorni e partenze. Immagini semplici ma potentissime, che parlano del tempo lento delle Eolie, della dignità dei gesti antichi, del valore del silenzio. La natura sembra trattenere il respiro, e in quell’istante perfetto tutto sembra possibile, perfino la speranza.

In un altro scatto, il sole si arrende dietro un sipario di nuvole, tingendo il mare di arancio bruciato e oro. Il cielo appare vivo, frastagliato come un pensiero in fermento, e il mare riflette le sue emozioni mutevoli. È la dimostrazione che anche il cielo cambia ogni giorno forma, ma resta sempre un linguaggio universale. È il respiro cosmico delle Eolie, che unisce cielo e acqua in una danza silenziosa e sacra.

Uno scoglio affiora solitario dal mare, nudo e solido come una parola antica. Sembra un guardiano, un frammento di vulcano rimasto a vegliare le profondità. Intorno, il mare lo circonda con rispetto, come a riconoscerne la sacralità. In questa immagine, l’equilibrio tra ciò che emerge e ciò che resta sommerso è anche metafora di un paesaggio che vive di essenzialità, dove ogni elemento ha una funzione, una memoria, un ruolo da custodire.

E poi il mare si fa pittura. La sua superficie, ripresa in un dettaglio ravvicinato, sembra un’opera astratta: pennellate di blu, celesti liquidi, riflessi d’argento. È una visione che inganna e incanta, in cui il reale e l’immaginato si fondono. Questo mare è identità e mistero, corpo vivo che pulsa sotto la pelle del tempo. È impossibile guardarlo senza sentirne il respiro, senza intuire quanto sia importante difenderne la purezza.

Sotto un’acqua trasparente e azzurra, una medusa danza come un’idea fragile. Il suo corpo etereo ondeggia con eleganza, in perfetta sintonia con la quiete circostante. È un’immagine che parla di delicatezza, ma anche di vulnerabilità. La medusa non è solo bellezza marina, è simbolo di un mondo sommerso che vive, che sente, e che può scomparire se non impariamo a proteggerlo. Ogni battito della sua trasparenza ci interroga, cosa stiamo lasciando a chi verrà dopo di noi?

Il lavoro di Prisca Tozzi è un atto d’amore, ma anche una dichiarazione di responsabilità. Ogni suo scatto ci ricorda che la bellezza non è mai scontata, che va osservata, amata, e soprattutto protetta. Le Eolie non chiedono altro che essere ascoltate, comprese nella loro semplicità preziosa. Non hanno bisogno di artifici, ma di cura. Preservarle significa custodire non solo un paesaggio, ma un modo di vivere, un rapporto autentico con il tempo, la terra e il mare.
Guardare queste immagini è un invito a rallentare, a vedere con occhi nuovi, a diventare custodi. È un gesto delicato, come la luce che accarezza le isole al tramonto, non invade, non altera, ma illumina ciò che già esiste. Le Isole Eolie sono un patrimonio di tutti. Sta a noi decidere se saremo spettatori distratti o protettori consapevoli della loro bellezza senza tempo
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